200 Euro al mese per la Serie A?!

200 Euro al mese per la Serie A?!

Se Faustino ti dicesse che, una volta, si pagavano ancora più soldi per vedere la Serie A in TV, ci crederesti?

Tra la fine degli anni ’90 e i primi Duemila la Serie A era considerata il campionato più bello del mondo. Grandi campioni, stadi pieni, squadre italiane protagoniste in Europa. Per seguirlo da casa bisognava affidarsi alle prime pay TV, come Tele+ e poi Stream, che introdussero pacchetti sempre più complessi e costosi. I prezzi, rivalutati ai valori di oggi, non erano certo popolari: in alcuni momenti vedere tutto il campionato poteva arrivare a costare anche oltre 200 euro al mese convertendo i prezzi di allora alla valuta e inflazione odierna. Una cifra enorme, che dimostra come il calcio fosse già allora un lusso per pochi.

Per avere un'idea più specifica del salasso verso le tasche di un Faustino qualunque, nei primi anni di Tele+ si pagavano centinaia di migliaia di lire l’anno — circa 90 euro mensili nel 2025— solo per vedere le trasferte o le partite di una squadra specifica. Con l’introduzione del pacchetto “Campionato” nel 1998/99, il costo scendeva a circa 60 euro al mese in termini attuali. Ancora tanti, certo, ma giustificati da un prodotto davvero di livello mondiale.

Con la nascita di Sky Italia nel 2003 la situazione si semplificò. Bastava un abbonamento unico per avere accesso a tutte le partite e, pur restando alto, il costo si aggirava intorno agli 80 euro al mese in valori odierni. Un prezzo ancora significativo, ma giustificato da un prodotto che offriva un campionato stellare: Maldini, Totti, Del Piero, Kaka, Nedved, Adriano, Pirlo, Cannavaro, Shevchenko, solo per citarne alcuni. Era un calcio che attirava milioni di spettatori in tutto il mondo, capace di regalare spettacolo e competitività a ogni giornata.

DAZN, oggi, vale la pena? 

Il vero paradosso emerge a fronte delle cifre attuali: a settembre 2025, per accedere a tutta la Serie A, si paga tra i 40 e i 56 euro al mese su DAZN, un prezzo che oggi appare elevato soprattutto se si valuta la vera qualità del prodotto. La Serie A contemporanea offre meno campioni, stadi spesso vuoti e uno spettacolo in campo che non regge il confronto con l’epoca d’oro. E, come se non bastasse, lo streaming è ancora soggetto a problemi tecnici: buffering, rallentamenti, servizio instabile. In pratica, oggi spendiamo quasi quanto vent’anni fa, ma riceviamo di molto inferiore.
È inevitabile ribadire: il calcio odierno è troppo caro. I tifosi pagano cifre elevate per un’offerta sottotono, difficilmente difendibile. Non si tratta di invocare scorciatoie illegali, ma di riconoscere un fatto evidente: il rapporto prezzo–valore è drasticamente cambiato, e le parti non tornano. Faustino preferisce risparmiare due soldi per andare allo stadio, vedersi la partita al bar con amici, o semplicemente guardarsi gli highlights (se necessario, visti gli innumerevoli 0-0 di ogni domenica) su YouTube